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Maria Antonia Modolo: “La mia idea di Perugia capitale della cultura 2019”

Cultura e democrazia
storia futura
Perugia/ Assisi città della cultura – un compendio di culture

Appello per “città intelligenti” – la domanda di “coesione sociale”

 

Premessa :

è in atto la costruzione di idee e progetti per due programmi che si situano in politiche ambientali europee e che hanno non pochi elementi in comune: “ Perugia-Assisi città della cultura 2019”e “Smart city”
L’esigenza comune  è il grande bisogno di ricostruzione di coesione sociale in un periodo in cui la crescita della popolazione e delle città ha reso tale coesione molto complessa e problematica.

Una prima ipotesi cui si ispira il documento è tentare di inquadrare i due programmi in uno scenario coerente, in modo che si rinforzino a vicenda, favorendo decisioni concrete, rispetto alle indispensabili soluzioni urbanistiche.

Il documento propone spazi di riflessione e discussione, seguendo sia la storia che  i bisogni attuali della cittadinanza.

 

Nel progetto Perugia-Assisi

individuare specificità e comunità per le due città e il territorio.

 

Le due Città rispetto al territorio hanno in comune le “colline” e , quindi, un ambiente deputato al ”bene-essere” . Da individuare, quindi, i fattori di bene-essere per la salute degli abitanti: una analisi da sviluppare con la collaborazione dei centri di ricerca dell’Università . Tenere conto anche delle ragioni delle scelte dei numerosi cittadini di altri paesi d’Europa, e non solo, che scelgono questi territori alla ricerca del bene-essere, contribuendo anche alla rinascita delle campagne,in un clima che favorisce la promozione della salute.

Da sottolineare che il bene-essere è largamente collegabile all’ambiente fisico (collinare), ma include anche  la bellezza -il paesaggio, il patrimonio d’arte, il clima etico- morale, la coesione sociale.

 

Alcuni  fattori specifici per le due città:

Perugia città con una storia di azione democratica per eccellenza, a cominciare dagli albori del secondo millennio nell’ambito dello sviluppo delle civiltà comunali.

Nell’attuale periodo storico, all’inizio del III millennio, problema centrale: l’esigenza dello sviluppo/maturazione della “democrazia” che può esprimersi nel contesto delle realtà comunali è all’ordine del giorno, con la richiesta di sempre maggiore “partecipazione” –  elemento portante l’attivazione dalla base nei contesti limitati, in particolare le città e i borghi umbri.

Perugia ha, inoltre, un grande patrimonio culturale da valorizzare, comprendendo le due università, l’accademia di Belle Arti , il Conservatorio musicale, e l’ampia comunità dei docenti e degli studenti e dei contatti internazionale attuali e possibili.

 

Assisi presenta chiari fattori specifici collegati al francescanesimo di notevole rilevanza anche in questo periodo storico: basti riflettere sui temi della “pace” , ma anche della ricerca di valori spirituali, in un epoca di individualismo spinto, contrastante con la “coesione sociale”,  e di etica della economia dominio del mercato, che sovrasta l’etica della cura del patrimonio umano. In particolare, inoltre, per  i temi legati ai valori della religione sono potenziabili le tendenze di confronto fra le varie fedi religiose, base oggi, anche dello sviluppo dei temi della pace e della coesione sociale, con il contributo non secondario della cultura sviluppata da Aldo Capitini.

 

*******

 

PERUGIA secondo millennio- eredità dalla storia
Rinnovamento verso la “modernizzazione” per bisogni specifici del suo sviluppo.
1. All’inizio del secondo millennio Perugia si trovò nella scia dello sviluppo nuovo dell’artigianato e del commercio, non più solo agricoltura.

Lo sviluppo del COMUNE: inizio di una vitalità democratica e culturale

Il Comune amministrato dai due Priori eletti dai cittadini, recepisce i bisogni di convivenza, di democrazia, di coesione sociale.

La Città fino ad allora con gli etruschi , i romani dopo Augusto, si riorganizzò in un processo di grande modernizzazione. Vi era bisogno di un “luogo” per incontrarsi, per vivere la cittadinanza, la democrazia, i servizi pubblici. Si scelse di impegnarsi in un’opera straordinaria : costruire la  “piazza grande”, la città sviluppatasi su due colline non aveva lo spazio per una vera piazza.

Si realizzò un progetto di grande impegno, ingegneristico, architettonico, culturale, tecnico, amministrativo, un’opera ancora oggi centro ammirato della “città” che giustamente viene chiamato “acropoli”. Si coprì la valle fra le due colline che costituivano il nucleo urbano, e si costruì lo spazio per la grande piazza, oggi divisa in  Corso Vannucci e Piazza Matteotti da una serie di palazzi costruiti a metà del millennio, e che delimitano oggi il “corso”.

Si costruirono i luoghi di vita e di incontro, la base  della coesione sociale e democratica. Il Palazzo Comunale (con la sala dei Cinquecento), il Duomo, il Palazzo del Capitano del Popolo, l’ospedale, poi l’università, e, poi, l’acquedotto e la Fontana maggiore..

In vari punti è possibile vedere gli arconi di sostegno della Piazza e anche le strutture dell’acquedotto “i conservoni”.

 

2. Durante tutto il millennio, pur cambiando le realtà storiche e amministrative, la città mantenne la peculiarità di essere il “centro” della vita dei cittadini, e della politica,  il nucleo dell’attenzione di sviluppo.

La città si arricchisce del teatro, della biblioteca, della pinacoteca,  le due università  (l’università italiana e quella degli stranieri) che, nell’ultimo secolo del millennio, scelgono e di mantenere i loro istituti nel Centro, l’Agorà, entro le mura.

Verso la fine dl millennio si aggiungono altre innovazioni di avanguardia, a esempio l’apertura delle fondamenta della “Rocca paolina” e la costruzione della scala mobile che porta dal piazzale fuori le mura della rocca  al centro della città, una innovazione seguita poi nella regione da altre città. E, in fine, il “minimetrò” una innovazione anche questa d’avanguardia, che, tuttavia, abbisogna di un organico piano urbano di mobilità, ancora troppo parziale. L’Università italiana nel periodo ha portato alcune facoltà nelle periferie. La città si è espansa. Si dimostra il bisogno di un aggiornato progetto urbanistico.

 

Perugia terzo millennio

1- Si potrà ipotizzare,oggi,  un’opera di portata simile a quella dei secoli del secondo millennio, per un nuovo sviluppo del centro urbano, all’inizio del terzo millennio?

E’ pensabile una impresa di spessore simile a quello del millennio precedente?

I bisogni sono simili? Vi è un bisogno di pensare al bisogni di  “coesione sociale” nella vita della zona urbana?

Vi è un bisogno relativo alla gestione della democrazia, tema senza dubbio difficile: si possono sviluppare iniziative che ne agevolino l’esercizio?

Vi è n bisogno di rilancio della cultura unendo le realizzazioni, le idee dei vari nuclei, e istituti culturali?

Si può studiare una modalità di utilizzo organico di spazi lasciati liberi dagli sviluppi urbani della seconda metà dell’ultimo secolo, che hanno favorito la pressione per  insediamenti fuori il circuito urbano della città?

Ci vogliono idee, studi sui bisogni, collaborazioni, proposte. E coraggio di opere significative anche per il futuro, oltre i termini di una legislatura.

E ORGOGLIO per la città, che chiede di essere valorizzata.

 

2. Una proposta di rilievo
Perugia ha possibilità di costruire un’opera di rilievo che possa essere una orgogliosa dimostrazione di sviluppo urbano guardando al futuro valorizzando il passato. Con orgoglio. Si propone un esempio.

 

2.1.si libera un grande spazio: l’ex carcere maschile e femminile. E’ una zona praticamente al centro della città, subito dietro le mura che delineano la “rocca Paolina” verso  Piazza Partigiani, Largo Cacciatori delle Alpi, zona,  attualmente, praticamente isolata, emarginata .

Recentemente abbiamo visitato di nuovo il “Beaubourg”( opera di Renzo Piano e Richard Rogers)  a Parigi, nel “Centro Pompidou” ci ha interessato moltissimo. Ci domandiamo: sarebbe possibile pensare che qualcosa di simile possa rinnovare la zona suddetta?

E’ troppo moderna? Non si adatta? A che cosa potrebbe servire?

 

La proposta ovviamente va analizzata a partire dallo studio di bisogni attuali della città e della cittadinanza. Un intervento urbanistico di rilievo.

Potrebbe inserirsi sia nel progetto “Perugia-Assisi 2019” ma anche collegandosi

al  progetto “Smart city” o “città intelligente”(così tradotta), che contengono proprio la “coesione sociale” nelle città nei loro obiettivi.

Due programmi utili anche per i finanziamenti?

Un colpo d’ala. Una esplosione di nuovo, utile, sociale, e anche proficuo.

 

2.2 nel quadro dei bisogni- il colloquio culturale

a. Favorire il  colloquio culturale e le relazioni sociali tra le istituzioni culturali fra di loro -studenti docenti- e con la popolazione:  “l’università italiana “l’università per gli stranieri,”  “le due università tra di loro”  il “conservatorio di musica” “l’accademia di belle arti”. “ le due arti tra di loro”. E i cittadini e i visitatori.

Costruire spazi e occasioni comuni di incontro degli studenti, dei docenti, dei cittadini. Programmi  attraenti :auditorium- biblioteche speciali- laboratori -aperti a tutti : gruppi musicali, gruppi teatrali, arti varie… grafiche… artigianali…

Favorire la coesione sociale. Favorire l’incontro tra le varie espressioni della cultura attuale; in questo senso potremmo citare l’esempio della esposizione “da Chagall a Fellini”. Tendenza oggi  largamente dibattuta: superare la frammentazione – stimolare la comunicazione.

 

b. Valorizzare l’ambiente: la valorizzazione delle conquiste della città e anche della regione. Valorizzare lo spirito nuovo di una città verso il futuro. Presentare la città capoluogo di Regione nei suoi aspetti innovativi anche per i numerosi visitatori che la frequentano, e per coloro che da vari paesi  europei scelgono il territorio regionali per le numerose risorse correlate al bene-essere. Valorizzare anche il progetto dei “borghi”, uno sguardo panoramico complesso organico.

 

c. Valorizzare la cultura -i contributi apportati al Paese. In questa città si sono costruite fra l’altro le basi dei fondamenti della coesione sociale, sia nello spirito di Aldo Capitini, che nello spirito della costruzione di sistemi di servizio coerenti con la democrazia e la coesione sociale. Vi è l’esempio della costruzione delle basi del servizio sanitario nazionale, uno dei migliori d’Europa nella sua impostazione, della quale “padre” riconosciuto è stato Alessandro Seppilli, docente della università di Perugia e anche per più mandati sindaco della città.. In questo contesto valorizzare, ospitandolo, “ SALUS,  Museo della Salute” proposto dal Centro Sperimentale Educazione Salute, in via di organizzazione, in considerazione del fatto che la salute è nucleo culturale di eccellenza : un punto di sviluppo culturale per la moderna impostazione della promozione della salute. Il Museo  dispone di materiali di notevole interesse storico- collezionato dall’Università e dalla Regione, un museo che raccoglie materiali storici, e si propone di presentare anche elementi che valorizzino anche l’attualità relativamente agli aspetti positivi per la salute tipici del nostro ambiente naturale e culturale: il paesaggio, il clima, i borghi, l’agricoltura e le attività correlate. Gli elementi della salute e del bene-essere. Il Museo è una proposta del Centro Sperimentale per l’Educazione sanitaria, una realtà che ha avuto inizio sessanta anni fa, quando nel 1953 con il supporto dell’OMS l’università e gli enti locali lo istituirono. Una realtà unica in Italia, ben conosciuta nel nostro Paese e in Europa, ancora attiva, anche se bisognosa di rivitalizzazione.

 

Valorizzare pittori, scultori vissuti nella città, nei secoli, ma anche recenti con Museo d’arte moderna.

 

d. la collocazione si trova nella zona di largo Cacciatori delle Alpi, dove da anni è inutilizzato l’ex Cinema Lilli. In una città come Perugia nella quale la popolazione anziana dovrebbe essere accolta in zone nelle quali è naturale assicurare la coesione sociale – il rapporto con le risorse per il “tempo buono”, si potrebbe studiare la possibilità di acquisire il complesso per piccoli appartamenti seguendo il modello eccellente della residenza Sodalizio  San Martino per persone o coppie sole (ma non isolate).

 

3.Studio di progetto e fattibilità: Amministrazione comunale in primis, Amministrazione regionale, Università italiana, Università per gli stranieri, Conservatorio, Accademia belle arti,  gruppi di cittadini impegnati nella storia e vita della città. Ascolto:studenti e docenti  varie facoltà sociologia – architettura- ingegneria- medicina scienze-conservatorio musicale- accademia belle arti- organismi vari (F.A.I.,amici della musica, ed altri individuabili).

Gruppo di progetto da strutturare per colloquiare con i progetti per i bandi europei.

 

4.la collocazione del manufatto  si svolge verso l’alto a connettersi con la “rocca paolina” , nel percorso da studiare le abitazioni esistenti da valorizzare (forse anche nel senso del punto d. magari per studenti.) . Esaminare anche i rapporti con il  quartiere “Borgo bello” per uno studio urbanistico coerente, oltre le botteghe e i bar..

 

 

a cura del Centro Sperimentale per l’educazione sanitaria .

novembre 2012 per  informazioni, impressioni e commenti

Prof. Maria Antonia Modolo ,Medaglia d’Oro alla Cultura del Presidente della Repubblica(2003)

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